lunedì 9 giugno 2008

SI RONNOVA L'OFFERTA PER I CENTRI ESTIVI 2008

Dopo il clamoroso riultato del 2007 dei centri estivi il comune si avvia ai centri del 2008 dalle domande già presentate sembra avere una notevole affluenza anche dai non residenti,visto l'offerta che ha coinvolto i ragazzi l'anno scorso, risaliamo alla storia dei centri estivi.
Le colonie estive per l'infanzia nascono durante il periodo fascista
col compito di migliorare la salute fisica e morale dei giovani italiani. Il
regime si impegnò a costruire enormi strutture in località marine e
montane. Questi edifici potevano ospitare contemporaneamente
molte centinaia di bambini che vi soggiornavano per turni di due o tre
settimane.
Nelle colonie estive i bambini avevano assistenza sanitaria,
svolgevano attività fisica, si sottoponevano a quotidiani bagni di sole
e seguivano un regime alimentare corretto e più ricco di quello
seguito negli altri periodi dell’anno, poiché i bambini che andavano in
colonia solitamente provenivano da contesti molto poveri.
Nel secondo dopoguerra molte grandi industrie costruirono
colonie, dando la possibilità ai loro dipendenti di mandare i figli al
mare o in montagna.
Negli anni ‘60 anche il I comuni cominciò a gestire
direttamente le colonie, prendendole in carico dal Patronato
Scolastico e costruendo nuovi edifici pensati a misura di bambino,
con camerate più piccole ed educatrici che sostituirono le vigilatrici
dell’epoca precedente.
Furono anni di innovazione e di intensa sperimentazione
pedagogica durante i quali si modificarono profondamente le finalità
delle colonie: da strutture pensate per l’assistenza sociale e sanitaria
dei figli delle persone più disagiate a veri e propri centri educativi, con
obiettivi di decondizionamento per gli svantaggiati, di socializzazione,
di integrazione dei disabili e di opportunità formative per tutti.
A partire dagli anni ‘70 il calo demografico da un lato ed il turismo
di massa dall’altro, determinarono una diminuzione significativa delle
presenze dei bambini in colonia, fino a quando, negli anni ‘80 e ‘90,
molte colonie vennero definitivamente chiuse.
La formula dell’offerta di attività estiva che da allora si sviluppò
maggiormente, fu quella di centri estivi, diversificati fra loro, realizzati
in ambito cittadino, organizzati per una frequenza solo diurna e tesi a
valorizzare le potenzialità educative dell’ambiente urbano.
Il Comune assunse i compiti di indirizzo, governo, organizzazione
e controllo dei centri, gestiti da cooperative, associazioni, ecc…
Nel corso degli anni il progetto centri estivi si è andato sempre più
perfezionando con una particolare attenzione agli spazi e ai contenuti
delle attività proposte.
Per quanto riguarda gli spazi, oltre alle strutture scolastiche si è
cercato di offrire ai bambini luoghi diversi: fattorie, polisportive,
agriturismi, ecc... che dal punto di vista ambientale e motorio
possano favorire esperienze particolari; per quanto riguarda i
contenuti delle attività, si è tentato di qualificare e caratterizzare i
centri attraverso proposte tematiche, quindi con un filo conduttore,
uno sfondo, legato a temi significativi ed accattivanti per i bambini.
Nel corso degli anni i centri estivi si sono arricchiti di offerte
laboratoriali che spaziano dai temi legati al mondo animale a quello
naturale, dall'uso del corpo e dei suoi sensi all'uso della fantasia e
della parola, dai giochi legati all'archeologia a quelli più vicini all’arte.
Il progetto centri estivi dunque offre ai bambini e alle bambine da
1 a 14 anni l'opportunità di fare nuove esperienze, nuovi incontri e
nuove scoperte, nel periodo di chiusura delle scuole.
Ritengo si tratti di un’offerta qualitativamente elevata che ben si
coniuga con l’ambizione dei comuni di continuare organizzare per il bene
dei Bambini e delle Bambine il massimo dei servizi.

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