domenica 26 aprile 2009

E ADESSO CENSURATE ANCHE QUESTO - Stefania Pace dopo la censura

RIENTRARE LA GENTE IN CASA ( censura)

venerdì 24 aprile 2009

mercoledì 22 aprile 2009

CARO PRESIDENTE NON E' LA TUA FESTA


Ho preso la decisione di celebrare il 25 aprile, anche se sarò al lavoro nella nostra capitale. Credo che ci sia bisogno di dire qualcosa, perchè di questa festa non se ne appropri soltanto una parte"
Eh no caro presidente del milan, giù le mani da questa festa che non è e mai potrà essere tua e della sporca maggioranza che hai portato al governo del paese. Non bastano le parole per appropriarsi di una festa come questa, le parole sono una cosa i fatti un'altra. Questa è la festa di chi ha liberato l'Italia dal fascismo e non di chi i fascisti li ha portati al governo vestendoli di azzurro e di verde. Il 25 aprile è la festa di chi è morto per un'ideale di libertà e non di chi questa libertà vuole limitarla per poter agire incontrastato. Il 25 aprile non può essere la festa di chi si è messo al sicuro dalla galera con una legge come il lodo Alfano, violando la costituzione secondo la quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Il 25 aprile non può essere la festa di chi ha dato vigore nel paese al razzismo con leggi per la schedatura di bambini e per la criminalizzazione dei clandestini. Il 25 aprile non può essere la festa di continuamente calpesta e offende chi è morto per la liberazione del paese dal nazsimo e dal fascismo. Insomma il 25 aprile non potrà mai essere la tua festa caro Berlusconi e lo dimostra il fatto che tieni nascosto anche dove ti presenterai per usurpare questa festa perchè hai paura, hai paura della rabbia di coloro che vedono caplestati i veri ideali di libertà non quelli di cui ti sei appropriato semplicemente dando un nome alla tua congrega che niente può condividere con ciò che questa semplice parola rappresenta.
Ovunque tu ti presenterai, qualunque cosa dirai, caro presidente dei miei stivali ... il 25 aprile non potrà mai essere la tua festa e spero vivamente che qualcuno ti prenda a pomodori in faccia, un frutto che per il colore ben rappresenta questa festa.

mercoledì 15 aprile 2009

I morti che non vi dicono - Telecamera nascosta alla protezione civile

ASCOLTATE LE VERITA'

giovedì 9 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: 6 aprile 2009

QUELLO CHE NON CI VOGLIONO FAR SAPERE

SE FOSSE VERO CHE SIETE MALEDETTI


Gli stralci dell'intervista sono quelli relativi alla denuncia di Anna in merito al vero numero dei morti del terremoto e che i media, per ora, tacciono.

Nel tuo post hai parlato di mille morti. Sono cifre che stravolgono i conteggi.
Due medici de L'Aquila mi hanno detto che tanti dei ricoverati negli ospedali morti a seguito del terremoto non sono stati conteggiati fra le vittime. E i nostri medici non possono entrare negli ospedali dei campi perché sono considerati sfollati. E poi facciamo un conto.
Prego.
Onna aveva 600 abitanti, è stata distrutta. L'Aquila, che ora è un ammasso di calcinacci, ne aveva 42.000. E saremmo a 270 morti, compresi i 48 di Onna. Le cifre non tornano.
Quindi i morti che mancano all'appello sarebbero nascosti negli ospedali.
Sì. Per ora non li vogliono dire. Preferiscono comunicarli un po' alla volta.
Su Facebook, in tv e sui giornali ci sollecitano ad inviare aiuti, ma tu inviti a stare attenti. A chi consigli di donare?
All'ANA (Associazione Nazionale Alpini). Mi sembra la più affidabile. Di certo non al conto corrente della Regione Abruzzo: prima abbiamo avuto Del Turco e ora i nostri politici che ci hanno portato alla tragedia.
Parliamo di informazione. Hai letto i giornali o visto le tv in questi giorni?
No, ascolto la radio che ho in macchina. So che nei campi vengono distribuiti Il Tempo e Il Centro che pubblica la lista dei morti.
E ora che fai?
Cerco di capire, torno al campo. Voglio vedere cosa sta succedendo e aggiornare il blog.
Ad Anna serve un pc portatile e una chiavetta per la connessione, al fine di aggiornare costantemente il suo blog e tenerci informati. Nel suo blog ci sono diverse voci che si prestano a sostenere una colletta (noi compresi). E assai probabile che, nella frenesia della solidarietà, non si riesca a organizzare l'acquisto del pc. Oppure sì. A nostro avviso, occorre un gruppo organizzato, su facebook, su idea di amatamari.
'Gli scantinati e i seminterrati del 90% del centro storico erano stati affittati. In nero. Dentro c'erano clandestini, immigrati, extracomunitari. Ammassati come bestie. Ci sono ancora. Centinaia di persone che non risultano all'anagrafe, che non compaiono nelle liste dei dispersi, che non esistono. I proprietari delle case che si sono messi in salvo non ne denunciano la presenza. Non gli conviene. Nessuno li cerca. Nessuno li piange. Da vivi non esistevano, non esistono neppure da morti. Spazzati via di nascosto, come la polvere sotto al tappeto. In fondo, perchè darsi tanta pena per loro? Una tomba ce l'hanno già. E questa volta non gli è costata niente. Gliel'abbiamo data gratis'.

lunedì 6 aprile 2009

ERA POSSIBILE EVITARE ? RIFLETTIAMO


I terremoti, oggi, si possono prevedere. Ma per una parte del mondo scientifico no.
Il terremoto in Abruzzo era stato previsto da Giampaolo Giuliani, tecnico di ricerca presso uno dei laboratori nazionali del Gran Sasso. Il Giuliani, attraverso l'impiego una nuova tecnologia (nella foto) basata sul rilevamento del PRECURSORE SISMICO presente nel radon, ha potuto avvertire le autorità competenti dell'imminente terremoto. Ma la scienza ufficiale non gli ha dato credito, legata ancora ai sistemi tradizionali di rilevamento che, di fatto, non potranno MAI prevedere un terremoto.
Ma sentite qua:
Il 31 marzo scorso, a L'Aquila, si era svolta una riunione di esperti (ma esperti di che?), su esplicita richiesta di Guido Bertolaso (direttore del dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dal 21 maggio 2008 sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Emergenza rifiuti di Napoli) e in quella sede hanno partecipato, tra gli altri, l'Assessore Daniela Stati, il Sindaco Massimo Cialente e il vice capo Dipartimento, Bernardo De Bernardinis. Quest'ultimo ha così dichiarato: 'E' utile precisare che non e' possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c'e' nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attivita' di monitoraggio e di attenzione'.
Noi però sappiamo che con la metodologia di Giuliani è ora possibile prevedere i terremoti. Ma De Bernardinis ha rincarato, dicendo che il pericolo non esiste e che, al massimo, cadrà qualche cornicione! Bertolaso, dal canto suo, intende anche valutare la possibilità di denunciare il Giuliani per procurato allarme.
Ci chiediamo perché dobbiamo continuare a sovvenzionare centri di controllo delle attività sismiche, quando al loro interno vi sono tecnologie che non sono in grado di prevedere i terremoti? Perché non valutiamo anche noi gli studi sulle previsioni basate sul radon, come fanno in Giappone? E perché la scienza ufficiale non ha dato retta a Giuliani?
Bertolaso è una persona senza più onore e farebbe bene a dimettersi.
Ci si ritrova ancora fratelli in occasione di disastri naturali , come in questo terremoto in Abruzzo. Tutti uniti nella consapevolezza di una tragedia (tra l'altro, annunciata *).
L'italia è mossa da uno spirito di solidarietà che dal singolo individuo arriva sino ai gruppi organizzati di soccorritori.
Il nostro vuole essere un elogio ai volontari, perché grazie a loro il nostro Paese mostra la sua faccia migliore, sicuramente la più vera, ancorché nascosta.
E' anche vero che, in questi casi, esistono sacche di malvagità che, seppur sparute, sono tese ad atti di sciacallaggio, ma crediamo sia doveroso evidenziare con più forza gli straordinari atti dei soccorritori volontari; quelli dei primi minuti e degli scavi a mani nude, quelli delle coperte distribuite, quelli dei cordoni di sicurezza, quelli del 'mi metto a disposizione per qualsiasi cosa', quelli degli abbracci consolatori e del telefonino prestato o regalato, quelli del 'non so dove dormirò, ma occorre il mio aiuto', eccetera.
Quest'Italia si riconosce nei volontari senza nome e, spesso, senza volto.
L'italia dei volontari non dà importanza al colore della pelle o all'accento straniero che si leva da sotto le macerie e vorremmo ben sperare che, in caso di ricovero in ospedale, gli stranieri non debbano subire, oltre al terremoto, anche una denuncia da parte dei primari.

domenica 5 aprile 2009


Esattamente come ha fatto la Chiesa, inglobando nel suo seno tesi, simboli, avvenimenti pagani diventati poi cattolici (simboli come l'uva, il vino, il pesce... Festività come il Natale, la Pasqua... Figure come la Madonna), il processo di rifascistizzazione dell'Italia, passa anche attraverso azioni di cancellazione, annullamento o assorbimento di tutto ciò che si configura come antifascista.
Il governo Berlusconi sta operando una sistematica trasformazione, ritraducendo in chiave fascista tutto ciò che è pensiero o azione antifascista. Ciò avviene ponendo un filtro mediatico o istituzionale tra la Storia e il popolo; un filtro capace di far trapelare i nuovi significati, discriminandoli dai vecchi. I più deboli di coscienza o i più ignoranti non oppongono alcuna resistenza e cadono nel tranello.
Abbiamo visto, ad esempio, come la parola comunista abbia, a poco a poco, acquisito un valore diverso, negativo, contestualmente alla crescente convinzione che 'fascismo' sia un concetto positivo. Sappiamo che la verità è un'altra, ma la tv è un'arma potentissima che riesce con facilità a rimodellare coscienze e conoscenze ben radicate.
Anche le parole popolo e libertà sono state depredate e svuotate del loro vero significato, ricontestualizzate opportunisticamente da questo governo. Domani sarà anche possibile vedere tranquillamente le bandiere rosse ai congressi del Pdl e alle parate militari, potete giurarci.
Come si fa a cancellare dalla Storia i segni di un passato di lotta antifascista e di Libertà? La Storia è fatta anche di ricorrenze e proprio attraverso queste ultime si ricorda, collettivamente, la Storia. E' sufficiente, allora, far entrare nell'ideologia fascista le ricorrenze antifasciste, fino a farle diventare parte integrante del fascismo (pensiamo al vino dei pagani che diventò sangue di Cristo). Come si fa concretamente?
Si parlava di filtri mediatici o istituzionali. Vi parlerò di quel che sta bollendo nel lugubre paiolo del governo. Si tratta dell'applicazione di un filtro istituzionale.
Quasi un anno fa, questo governo presentava alla Commissione Difesa della Camera la proposta di legge n. 1360. Questa legge equipara le persone che facevano i rastrellamenti per conto dei nazisti ai deportati nei campi di concentramento e ai partigiani. Se passerà la legge, il concetto di Resistenza cambierà totalmente, poiché i partigiani finiranno inevitabilmente per confondersi con i traditori fascisti e, un domani, gli eroi della nostra Libertà cadrebbero nell'oblio.
L'equiparazione, però, non può avvenire in maniera diretta (si rischierebbe troppo in termini di polemica), occorre un 'movente', una scusa capace di fare da cuscinetto di difesa. Questa scusa è rappresentata, in questo caso, dall’ istituzione di una onorificenza: l’Ordine del Tricolore. In questo modo, i politicanti mafiosi e fascisti al governo potranno spendere le loro 'belle' parole sull'onorificenza, anziché sul vero motivo di tale assegnazione e, ad ogni eventuale -e ormai remoto- attacco da parte dei giornalisti, potranno difendersi dicendo che un'onorificenza deve poter essere riconosciuta a tutti i morti (come non essere d'accordo, messa così?).
Occorre fermare la proposta di legge 1360!
C'è una petizione popolare, già molto nutrita di firme, che il quotidiano online Articolo21 sta proponendo [QUI]