lunedì 28 dicembre 2009

AUGURI ITALIA E ITALIANI

Questa è l'Italia dei figli col colletto bianco fuori dal maglioncino che dànno fuoco ai clochards, per noia.
Questa è l'Italia dell'8 settembre, del 25 aprile, del 2 novembre, del 2 giugno... e che dimentica troppo in fretta quel che ci sarebbe da ricordare ogni minuto.
Questa è l'Italia del cannolo e dello strudel, del babà e del torrone. E' l'Italia dei bocconi amari!
Questa è l'Italia che vota i suoi aguzzini e che li difende.
Questa è l'Italia dei bambini seduti davanti alla tv che sognano tette e culi, nemici da uccidere e calciatori da imitare.
Questa è l'Italia della mafia nel governo, della mafia nel midollo. E' l'Italia del 'chi ti manda'?
Questa è l'Italia della messa alla domenica e del 'chi se ne frega'. E' l'Italia del teatro permanente.
Questa è l'Italia del 'volemose bene' e del 'ma chi te conosce, aò?'
Questa è l'Italia degli Agnelli (e dei lupi), dei Benetton e degli Armani e che non si cura della miseria.
Questa è l'Italia dello Stato Vaticano e dei soldi a San Marino.
Questa è l'Italia delle 20 regioni e delle 110 province, dei mille dialetti e dell'unica chiesa. E' l'Italia delle macerie di periferia, delle proprietà private e dei recinti per le galline.
Questa è l'Italia dei referenda dimenticati, delle leggi ad personam e dell'indignazione a convenienza.
Questa è l'Italia del 'canta che ti passa'.
Questa l’Italia degli opportunisti ,finche li tienia galla ti difendono poi ti affossano
Questa è l'Italia del Ponte dei Sospiri, dove la sofferenza si fotografa.
Questa è l’Italia delle tasse dei mutui degli strozzini
Questa l’Italia dei furti del TFR
Questa l’Italia dell’azzeramento della scuola pubblica
Questa l’Itralia dell’azzeramento della Sanità Pubblica
Questa è l'Italia degli ignoranti che vogliono insegnarti il come si fa. E' l'Italia dei banchieri e dei consigli. E' l'Italia dai mille volti contraddittori che non ha mai saputo imparare dalla propria storia.
Questa è l'Italia del cenone di capodanno, del brindisi di mezzanotte e del trenino a ritmo di samba.
Auguri, Italia! Auguri ai nuovi poveri, ai disoccupati, ai cassintegrati, ai diseredati, agli emarginati, ai ricoverati, ai detenuti, agli anziani negli ospizi, agli orfani, a chi non può festeggiare, a chi non vuole festeggiare, a chi non ha più casa, a chi non ha più niente, neppure un amico a cui dire 'auguri'.

AUGURI A TUTTI VOI

LA STAGIOE DELL'AMORE


Fra poco inizierà il 2010, la nuova stagione della politica italiana, quella dell'amore. Berlusconi ha promesso che l'amore vincerà sull'odio ed che il prossimo anno, insieme alla Lega, il governo procederà con quelle riforme che sono state promesse in campagna elettorale. E' vero che ormai l'ultima campagna elettorale è distante quasi due anni, ma non ricordo di aver mai sentito parlare di leggi o riforme per tenere lontano il premier da processi ed eventuali condanne. Si perchè le riforme che il centro destra metterà in atto appena i lavori parlamentari riprenderanno sono essenzialmente due: il legittimo impedimento ed un nuovo lodo Alfano con tanto di modifica della costituzione. La prima riforma avrebbe lo scopo di rallentare i processi per dare tempo alla maggioranza di mettere in campo una riforma della costituzione che renda il lodo Alfano ammissibile. Una bella strategia ed una bella riforma non c'è che dire. Ma Berlusconi dopo la rottura del setto nasale e di due denti, appena era stato in condizioni di parlare, lo aveva annunciato "L'amore vincerà sull'odio". Non aveva spiegato che l'amore era verso se stesso e che l'odio era quello dei magistrati verso la sua persona e quale miglior medicina per vincere questo odio se non quella di cambiare la costituzione comunista ? In questa nuova politica dell'amore anche il Partito Democratico sta facendo la sua parte, prima con D'Alema che lascia intendere che alla fine una legge ritagliata su misura per tenere il premier lontano dalle aule dei tribunali sarebbe il male minore, poi con Bersani che, dopo la visita al cavaliere in ospedale, sembra abbia inaugurato la stagione delle telefonate e dei contatti privati con l'uomo di Arcore. Nel frattempo comunque il governo ha mantenuto le promesse: finanziaria senza tasse per gli italiani. Come dar torto al ministro dell'economia ? Non vorrete considerare una nuova tassa l'aumento della TARSU di 30 euro ? Quella già esisteva. Oppure l'aumento del canone Rai ? Anche quello e' un balzello che già esiste da tempo. E che dire degli aumenti delle tariffe aeree e ferroviarie ? Nessuna tassa nuova ma solo un piccolo ritocco a quanto già eravamo abituati a pagare. E l'elenco si allunga a dismisura con tariffe di gas, carburanti, bolli e chi più ne ha più ne metta. Alla fine del prossimo anno ci troveremo a sborsare qualche centinaio di euro in più, ma la parola è stata mantenuta. Però ormai siamo in piena ripresa ... ormai gli operai delle fabbriche che chiudono sono stati tutti sistemati .... si sui tetti delle stesse fabbriche dove hanno trascorso in molti il Natale, come dire ... non sono stati mandati a casa. Insomma l'anno sta finendo e le buone notizie non mancano e l'ultima è la classica ciliegina sulla torta: sono iniziati i lavori per il ponte di Messina. Non è straordinario ? A proposito qualcuno ha visto il progetto ? Ops .. se ne sono dimenticati, presi dalla frenesia di dare avvio ai lavori del progetto nemmeno l'ombra. Come quando ad un matrimonio lui, lo sposo, dimentica le fedi. Intanto si scava .. poi a qualcosa serviranno quegli scaviLA STAGIONE DELL'AMORELA

giovedì 17 dicembre 2009

BUON NATALE

venerdì 11 dicembre 2009

Sconfitta? Guardatevi attorno

RIFLETTENDO SU QUELLO CHE SCRIVE IL NOSTRO COMPAGNO CLAUDIO FAVA
In politica si può giocare a far le facce di bronzo su tutto: denari, donne, costumi privati e pubbliche virtù, conti dello Stato e della serva, sinistre, destre.
Tutto. Tranne che sulla mafia per una questione di galateo, visto che ne ha ammazzati più Cosa Nostra che al Qaeda. Le parole andrebbero sorvegliate, disciplinate, rese sobrie e meticolose. Naturalmente di tutto ciò il governo, con rispetto parlando, se ne fotte. Se ne fotte dei 3.000 morti ammazzati e del comune senso del pudore. E ci annuncia in conferenza stampa che la mafia è stata debellata per supremo editto, sconfitta, sepolta per sempre, cacciata via dai libri di storia.
Ricordo, molti anni fa, quando al prefetto di Palermo Emanuele De Francesco scappò detto che ci si augurava di battere la mafia entro la fine del secolo. Mancavano una quindicina di anni e a quel prefetto, come si dice dalle mie parti, per quelle parole avventate mangiarono la faccia. Abbiamo scavallato il secolo e il millennio, e di Cosa Nostra parliamo ancora al presente. Adesso arrivano Alfano e Maroni come il gatto e la volpe, a raccontarci la loro favoletta pur di aver in cambio qualche titolo benevolente sui TG di giornata.
Se invece i signori ministri vogliono davvero, non dico sconfiggere la mafia, ma consumare almeno qualche gesto di buona volontà avremmo un paio di suggerimenti per loro. Primo: cacciar via dal governo il sottosegretario Nicola Cosentino. Senza aspettare che siano i suoi processi come nel Giudizio di Dio nel tardo Medioevo a costringerlo alle dimissioni per cause di forza maggiore. Ci sono sei pentiti che hanno messo a verbale di lui: era a disposizione della camorra. Cosentino si sarebbe potuto difendere spendendo qualche parola netta e definitiva non su se stesso ma sul clan dei Casalesi: mai fatto. Resta il candidato più autorevole alla presidenza della Regione Campania e il beniamino di Berlusconi quando c’è da indicare al mondo la vittima di un complotto di certa magistratura (comunista).
Secondo consiglio: cacciar via dalla finanziaria l’emendamento che permetterà di restituire ai mafiosi attraverso la vendita all’asta, i beni che qualche magistrato pignolo si è fissato di confiscare. Lo sanno anche i bambini che a quelle vendite chi si presenta a pagare in cash per riprendersi villette, terreni e fabbriche saranno i prestanome dei boss. Avveniva così ai tempi in cui i motoscafi confiscati ai contrabbandieri pugliesi venivano restituiti ai legittimi proprietari con la recita di un’asta pubblica. Accadrà anche con il bottino di guerra alla mafia con buona pace di Pio La Torre e Don Luigi Ciotti.
Terzo consiglio: chiedere a Silvio Berlusconi di dire pubblicamente, battendosi il petto, che Mangano non era un eroe bensì un mafioso. Uno dei peggiori. Uno di quelli che ammazzavano con le proprie mani anche se poi al processo si faceva ritrarre per agiografia ufficiale vestito da padrino e con il bastone in mano.
Quarto consiglio: dire che questo paese ha diritto alla verità, a tutta la verità, a nient’altro che la verità. Anche se questo esercizio di virtù costerà qualche carriera politica. La verità sulle stragi, sulle menzogne, sui complici, sugli affari segreti dei servizi segreti, sui mandanti, sugli esecutori, sui reticenti, sugli opportunisti. La verità senza aggettivi. Il giorno il cui potremo soppesarla sul palmo della nostra mano, nuda e definitiva, potremmo dire di aver cominciato a sconfiggere sul serio la mafia.

giovedì 10 dicembre 2009

L'ITALIA RISCHIO GUERRA CIVILE

Nel totale vuoto di politica ‘vera’, cioè di idee, proposte e decisioni in grado di affrontare i problemi drammatici che giorno dopo giorno allontanano l’Italia dagli altri Paesi europei, i giornali si dilettano nell’analisi della rottura tra il presidente della Camera e quello del Consiglio.

Eppure proprio grazie alle parole pronunciate dall’ex leader postfascista nel ‘fuorionda’ alcune cose risultano chiare. Aveva detto Fini del premier: “Confonde la leadership con la monarchia assoluta [...] E’ nato con qualche millennio di ritardo, voleva fare l’imperatore romano”.

Qual è il progetto dell’Uomo di Arcore? Costruire un regime, nel quale la Repubblica prende le sembianze di Azienda nazionale e nella quale gli azionisti sono un ristretto gruppo di interesse che nomina un amministratore unico (Berlusconi) in grado di fare e disfare senza obiezioni.

Giornali amici, telegiornali controllati, televisioni utilizzate come strumenti di ‘persuasione di massa’, avversari interni neutralizzati ed opposizione in coma sono gli elementi centrali per raggiungere l’obiettivo.

L’Italia spa che vuole il Cavaliere è rozza, arcaica, incolta. I punti di forza sui quali la nazione oggi trova la propria unità si riassumono nelle tradizionali aspettative della destra fascista: gerarchia rigida, identità razziale, ordine e disciplina, largo spazio agli interessi privati dei gerarchi, eliminazione delle ‘diversità’, esaltazione della ‘grandezza’ del Capo attraverso opere pubbliche faraoniche, magnificazione dei suoi successi personali in qualunque situazione ‘critica’, paternalismo ed ostentata religiosità.

Per ottenere questo mostro il Cavaliere ha lavorato per anni e siccome non sono più i tempi della ‘marcia su Roma’ o dei golpe farseschi, delle stragi degli anni sessanta e settanta e, comunque, l’Europa non avrebbe mai tollerato accelerazioni troppo vistose, il proprietario di Mediaset ha promosso con pazienza la sua patacca chiamata ‘nuova Italia’ fino a farla sembrare credibile.

Il braccio armato di questo processo è stata la televisione, che con la sua influenza ha via via modificato il carattere dei cittadini. Si è sdoganato il fascismo, responsabile della Seconda guerra mondiale e dei suoi 55.527.000 morti (dei quali 25.162.000 militari e 30.365.000 civili), trasformata la Resistenza in una guerra civile, affermato un clima razzista e xenofobo, distrutto il pluripartitismo definendolo ‘inadeguato’ per affermare il ‘pensiero unico’ e il bipolarismo, devastata l’autorevolezza della magistratura (potere indipendente) perchè ostacolo materiale sulla via del ’successo’ e ‘responsabile’ di ficcare il naso in affari che dovevano essere lasciati da parte, colpita la presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale, la libertà di discussione di Camera e Senato.

In fondo uno scenario facile da vedere.

La strategia del regime non è stata compresa dall’opposizione, a corto di leader ed incapace di ridisegnare gli storici ideali di eguaglianza, libertà e fraternità per trasporli nel nuovo mondo prodotto dalla scoperte scientifiche e dalla trasformazione delle economie nazionali in economie globali.

Questa legislatura avrebbe dovuto essere il timbro che certificava la nascita dell’Italia spa di Berlusconi. Il novello ‘imperatore romano’ in salsa celtico-padana è ormai un ultra settantenne e nonostante trapianti di capelli e lifting non ha molto tempo per realizzare il sogno, anche perchè come tutti quelli che si sono immaginati ‘lìder maximi’ non ha previsto eredi, successori, epigoni. Qualcuno può immaginare Bondi o Cicchitto, Quagliariello o La Russa, Scajola o Gasparri, Brunetta o Sacconi sullo sgabello di ‘Papi Silvio’?

Le ultime elezioni politiche erano state perfette. Era stata neutralizzata Alleanza nazionale, inglobata nel nuovo partito personale, il Pdl, e svuotata del suo collante interno postfascista ed il cattolico Casini aveva dovuto subire il suo angoletto inutile, per essere poi narcotizzato facilmente da una dura campagna supercattolica, a botte di casi Eluana Englaro, aborto, crocefissi e origini cristiane (anche per la pizza napoletana). L’opposizione paralizzata da una crisi di nervi senza fine ed i sindacati spaccati, con Cisl e Uil ormai in area centro destra, erano la ciliegina sulla torta.

L’opposizione, nel 2008, grazie alla superficialità ottusa di Veltroni e compagni, si era definitivamente suicidata nel frullato misto del Pd e ‘correndo da sola’ aveva deciso di perdere ‘per principio’. La cosiddetta sinistra comunista, poi, era indaffarata in una particolare strategia del suicidio, fondata sul culto dei cimeli conservati nel museo delle cere, dove i criminali del ’socialismo realizzato’ del ‘900 stavano a guardare e sorridevano di cuore agli ultimi nostalgici.

Gli outsider Lega e Italia dei valori non destavano preoccupazioni. Bossi, Maroni e le truppe celico-padane erano perfettamente congeniali al piano, anzi erano degli ottimi alleati, delegati a spingere sul tasto del razzismo, della xenofobia e della necessità di uno Stato in grado di punire i colpevoli di tutto, ovvero gli stranieri. Di Pietro ‘il legalista’ dava un po’ più di fastidio, ma l’ultima trincea dei resistenti era prevista ed un dieci per cento di irriducibili non spaventava nessuno.

Tutto sembrava andare liscio fino a quel maledetto ‘lodo Alfano’. Il Cavaliere aveva ritenuto (per motivi ancora sconosciuti) di poter piegare la Consulta, liberarsi dai processi e incoronarsi da solo in una bella cerimonia alla quale invitare amici e conoscenti. Qualcuno ricorda la bislacca idea di proporre il voto in Parlamento per i soli capigruppo o si è accorto del senso dei continui voti di fiducia? E le mirabolanti attività di propaganda, Alitalia, gli annunci dei successi epici sulla spazzatura di inizio legislatura, i ‘fannulloni’ sgominati, le puttane in galera, gli stranieri debellati, il Paese felice dei consumatori di telefonini?

Invece la Corte costituzionale si è messa di traverso ed a quel punto il Capo ha visto il suo giocattolino in pericolo. Gli scandali, le escort, le banalità suggerite da una parte della stampa non erano la fonte di preoccupazione, perchè la politica prevede un solo rimedio per chi perde (l’opposizione): la possibilità di tornare a vincere grazie ad una proposta alternativa. Quella non c’è neppure a cercarla con l’aiuto di un mago e nessun ‘No B day’ è in grado di stanarla.

L’intralcio del ‘lodo Alfano’ ha fatto precipitare la situazione, spingendo il Cavaliere a mettere in atto il piano B. Quale sia non è dato sapere, perchè il caos regna sovrano nella maggioranza e di certo le intemperanze di Fini non saranno facili da ricondizionare.

Tuttavia il quadro generale sfugge spesso ai commentatori, quasi in Italia l’ipotesi di veder stabilizzare un regime fosse la fantasia di qualche sciocco. I prossimi mesi saranno duri, ma in assenza di opposizione appare difficile uscire da una situazione pericolosa per la democrazia del Paese.

Intanto due milioni di disoccupati, diverse decine di migliaia di cassintegrati, otto milioni di poveri ed altri milioni di famiglie in difficoltà aspettano di capire come poter andare avanti. Ma questo tipo di problemi non sono all’ordine del giorni ed i fan di ‘meno male che Silvio c’è’ preferiscono di gran lunga i miraggi del ‘Grande Fratello’.

Secondo un sondaggio Ipsos-Il Sole 24 Ore, pubblicato ieri “il Pdl, primo partito di maggioranza, è in crescita di tre punti rispetto alle Europee (38 per cento), il Pd di quattro (arriva al 30,5 per cento), l’Idv Di Pietro e l’Udc di Casini arretrano, la sinistra radicale scende. Quindi si tratta di un bipolarismo che si accentua e si rafforza. La fiducia del governo è al 53 per cento, mentre il giudizio sull’opposizione è peggiore di quello dato ai singoli partiti di minoranza: solo il 24 per cento degli interpellati la considera una valida alternativa all’esecutivo in carica”.

C’è materia per riflettere.

martedì 8 dicembre 2009

LA SCUOLA PUBBLICA A PEZZI

Scuola pubblica a pezzi: tutti i numeri nel dossier di Legambiente
322 istituzioni scolastiche aggregate, 68 piccoli plessi chiusi e 36.218 cattedre tagliate, cioè ben 36.218 docenti licenziati e 4.945 classi in meno, a fronte di un aumento di 37.876 alunni.
Precariato: 130.835 unità, di cui 110.533 LICENZIATI!
La scuola pubblica è al collasso, anche in termini economici, poiché sono stati effettuati tagli sconsiderati anche ai fondi destinati agli istituti, mentre gioisce la scuola privata (e cattolica) che vede lievitare le proprie casse.
ANDATE A QUESTO INDIRIZZO PER VEDERE COSA SUCCEDE
http://www.legambientescuolaformazione.it/documenti/intro/LegambienteSFDossierTagli09.pdf

lunedì 7 dicembre 2009

UN MINUTO DI SILENZIO ALLA SCALA

Sotto la spinta della manifestazione di ieri, sotto la spinta degli emendamenti dell'opposizione, la finanziaria ha passato l'esame della commissione della Camera con un provvedimento senza precedenti in favore di chi ha subito le maggiori consequenza di questa crisi economica e cioè di cassaintegrati e licenziati: in loro favore alla prima della Scala si terrà ..... un minuto di silenzio. Si sa in momenti di crisi come questo di soldi ce ne sono pochi e le cose da fare sono tante. C'è da costruire il ponte di Messina soprattutto che collegherà il far west della Salerno-Reggio Calabria con il caos di Messina, ci sono da completare tanti tratti di TAV e chi se ne frega se la ferrovia normale va in malora, poi ci sono le centrali nucleari da costruire anche se il popolo italiano ha detto no, insomma come nelle brave femiglie i conti vanno tenuti con parsimonia e quindi per disoccupati e cassaintegrati è rimasto solo un minuto di silenzio alla prima della Scala. Certo niente soldi ma tanta visibilita' nazionale e internazionale, molta di piu' di quella che ha avuto il NO-B day e quindi niente lamentele. Al cospetto di simili interventi che fa il Partito Democratico ? abbandona il campo della Commissione e lascia fare alla maggioranza, una maggioranza che probabilmente metterà la fiducia alla Camera e quindi niente discussione, tanto per cambiare.
Ecco uno dei motivi per i quali la manifestazione di sabato e del movimento Viola potrebbe assumere una qualche rilevanza se si riuscirà a darne un seguito. I partiti tradizionali compresi soprattutto quelli all'opposizione presenti in parlamento sono alla frutta e difficilmente riusciranno, se non in tempi lunghissimi, a sovvertire l'attuale maggioranza. Un movimento come quello nato dai social network e dai blog che è riuscito a scendere in piazza portando centinaia di migliaia di persone potrebbe costituire la novità in un panorama politico incancrenito. Il difficile comunque viene adesso. Dpo gli entusiasmi, dopo la festa, dopo i commenti positivi ora c'è bisogno di organizzare questo movimento per consentirgli di sopravvivere e di continuare la sua opera con un solo obiettivo iniziale: far cadere il governo Berlusconi. I partiti come il PD tenteranno di appropriarsi di questo movimento di protesta magari per incanalarlo in binari piu' istituzionali e forse anche spegnerlo perche' e' indubbio che possa dar fastidio non solo a Berlusconi e company ma anche ai partiti istituzionali. Quindi attenzione ... o si sara' gia' imboccata la strada della fine ancora prima dell'inizio.

domenica 6 dicembre 2009

FORTI CON I DEBOLI E DEBOLI CON I FORTI

Un debole è un soggetto che non ha la forza sufficiente per ottenere il meglio dal mondo che lo circonda.
PEGGIORI NON SONO GLI STRONZI, I BASTARDI, I CATTIVI, GLI ANTIPATICI O GLI EGOISTI.
QUELLI CHE SONO SEMPRE COSÌ FANNO SCHIFO, MA HANNO UNA LORO COERENZA DI FONDO.
I PEGGIORI SONO I DEBOLI CON I FORTI CHE, APPENA INCONTRANO QUALCUNO PIÙ DEBOLE DI LORO, INFIERISCONO, SFOGANDO SUL MALCAPITATO LE PROPRIE FRUSTRAZIONI. COME I VARI ANONIMI NEI VARI COMMENTI DI UN BLOG MAGLIANESE.
DI QUESTI PERSONAGGI NE CONOSCO UN PAIO. SONO IDENTICI, IN TUTTO E
PER TUTTO.
INSICURI PERSINO NELL'ASPETTO, NEL MODO DI PORSI, SEMPRE PRONTI A MISTIFICARE STRONZATE CHE ORMAI NON CREDE PIÙ NESSUNO, SEMPRE PRONTI A SOPRAFFARE LA TIMIDEZZA E LA BUONAFEDE ALTRUI.
GENTE SERVA DENTRO, SALVO TRASFORMARSI IN CARNEFICE OPPURE IN SIG HIDE, DI CHI GLI CAPITA A TIRO E CHE, PER MOTIVI VARI, NON HA MODO, OPPURE VOGLIA, DI CONTRASTARLI.
GENTE CHE QUANDO INCONTRA NON DICO UN DURO, MA SEMPLICEMENTE UNA PERSONA IN GRADO DI FARSI RISPETTARE, SCOMPARE, SCIVOLANDO VIA COME MELMA, NELLA PROPRIA INCONSISTENZA TOTALE.
VIVONO NELL'OMBRA DI CHI SERVONO E SOPRAVVIVONO GRAZIE AL TIMORE DI QUELLI CHE SCHIACCIANO E ALL'INDIFFERENZA DI CHI LI TOLLERA. ED É SOPRATTUTTO GRAZIE A QUESTI ULTIMI, QUELLI CHE SI GIRANO SEMPRE DALL'ALTRA PARTE, CHE SI MANTENGONO A GALLA.
L'IMPRESSIONE É CHE CADANO SEMPRE IN PIEDI.
MA É SOLO UN'IMPRESSIONE.
QUINDI SIGNORI MIEI NON AVETE PAURA LA MELMA PUZZA MA NON FA MALE.

sabato 5 dicembre 2009

COGLIONI QUESTA E' SINISTRA BLA BLA BLA BLA

LEGGETE COSA SCRIVE LIBERO NEWS


Ma proprio grazie alla rete si scopre che dietro la manifestazione “autorganizzata on line” ci sono battaglioni di esponenti locali di Rifondazione comunista e Italia dei valori. Basta scorrere l’elenco delle adesioni e delle conferme sul sito per imbattersi in ben 16 federazioni regionali del Prc (da Vicenza a Caltagirone) e una manciata di sedi dell’Idv dipietrista (da Parma ad Ascoli, Passando per Modena).

L’organizzazione che non c’è ha pensato un po’ a tutto. Consiglia anche, a chi giungerà in pulmann, di munirsi per tempo della moneta da un euro necessaria per acquistare il biglietto della metro, visto che i bus noleggiati non possono entrare in centro e quindi - nei punti di ritrovo suddivisi per regione di provenienza - bisognerà lasciare il mezzo e prendere la metropolitana per raggiungere Piazza della Repubblica (verso le 14) e poi sfilare tutti insieme di viola avvolti, alla volta di piazza San Giovanni.

Gli organizzatori della manifestazione nazionale autoconvocato per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ci tengono a ribadire in ogni comunicato ufficiale che la’evento è lontana dai partiti «anche se tanti partiti hanno subito aderito». E per rimarcare la distanza dagli esponenti politici presenti promettono che - nonostante le numerose adesioni spontanee e di schieramento - a nessuno sarà permesso salire sul palco di San Giovanni. Fatto sta che, oltre all’Idv di Antonio Di Pietro, ci saranno però in piazza il Prc di Paolo Ferrero, il Pdci di Oliviero Diliberto, Sinistra e libertà di Nichi Vendola, i Verdi di Angelo Bonelli e le forze minori della sinistra antagonista. Ma anche il presidente del Pd, Rosy Bindi, come pure Dario Franceschini, Walter Veltroni, Debora Serracchiani, Ignazio Marino e altri della minoranza interna. Ci saranno poi tanti vip: personaggi della cultura come Margherita Hack, Carlo Lucarelli, Andrea Camilleri, don Farinella, musicisti come Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri, Fiorella Mannoia o gli Almamegretta, artisti come Ascanio Celestini, Dario Vergassola, Dario Fo, Franca Rame (che interverranno dal palco) Moni Ovadia, Daniele Luttazzi e Sabina Guzzanti. E poi associazioni, come Libera,CONTINUA