domenica 23 maggio 2010

Maria Luisa Busi a Minzolini

Mi piace riportare la lettera aperta della giornalista Rai Maria Luisa Busi al direttore del tg1 Minzolini, ovvero quello che ha trasformato il più seguito tg nazionale, fonte di veritiera informazione, in un accozzaglia di falsità, ma soprattutto in un mezzo di disinformazione.


Perché le cose da sapere, le realtà scomode, sono totalmenter sparite, quali siano i problemi degli italiani non è più dato saperlo, o forse il problema principale è composto dalla presenza degli extracomunitari, meglio se clandestini.



Di seguito la lettera, credo che non abbia bisogno di nessun ulteriore commento, si commenta da sola.



Povera Italia...







ROMA - "Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto". E' questo uno dei punti centrali della lettera con cui Maria Luisa Busi ha annunciato l'intenzione di abbandonare la conduzione del Tg1 1. La missiva, tre cartelle e mezzo affisse nella bacheca della redazione del telegiornale, è indirizzata al direttore Augusto Minzolini e al Cdr, e per conoscenza al direttore generale della Rai Mauro Masi, al presidente dell'azienda Paolo Garimberti e al responsabile delle Risorse umane Luciano Flussi. Ecco il testo integrale.



"Caro direttore ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori".



"Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'La più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell'ascolto tradizionale".



"Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. E' stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.

E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale".



"L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale".



"Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E' lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori".



"I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E' quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica".



Nella lettera a Minzolini Busi tiene a fare un'ultima annotazione "più personale": "Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente. Pertanto:

1)respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.

2)Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.

3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica 2, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di "danneggiare il giornale per cui lavoro", con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il Tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche". Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno".



E conclude: "Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità.

Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere".

giovedì 20 maggio 2010

ANCHE TU CI HAI DELUSI (CHE SCHIFO)


La notizia è di quelle che fanno accapponare la pelle e che ti fanno capire quanto sia marcio questo mondo: Santoro lascia la Rai ed AnnoZero per una cifra che si aggira sui 10 milioni di euro. Una specie di prepensionamento che fra l'altro chiude tutte le cause giudiziarie che il giornalista aveva in piedi dopo il famoso editto bulgaro. Come dire ... al cospetto del Dio Denaro anche i migliori vacillano e finiscono per soccombere. Come si sentiranno le decine di operai che perdono o che hanno perso il lavoro e che sono stati in questi ultimi mesi spesso ospiti delle varie puntate di Anno Zero ? Il giornalista non è nuovo a scelte discutibili come in occasione del suo reintegro in Rai quando si dimise da parlamentare europeo tradendo in questo modo tutti coloro che gli avevano dato il proprio voto. Si dice che Santoro si metterà in proprio mettendo in piedi una società di produzione che venderà direttamente alla Rai i propri prodotti televisivi. Insomma tutti contenti, la Rai che si libera di un giornalista scomodo, Santoro che racimola un bel gruzzoletto, perfino Bruno Vespa esprime la propria soddisfazione .... ed i telespettatori che seguivano Anno Zero e vedevano in questa trasmissione una fonte di informazione non allineata al resto del giornalismo televisivo e della carta stampata ? Ma quelli non contano, di loro ci si preoccupa solo nei mesi di dicembre e gennaio quando c'e' da pagare il canone Rai. Una bella lezione di attaccamento ai propri ideali ed ai principi dell'onestà e della coerenza. Mi domando: c'e' differenza fra Santoro e uno Scajola che si fa pagare casa da non si sa chi ?

sabato 15 maggio 2010

SIAMO RIMASTI ANCORA DAL 90 ALLA PRIMA REPUBBLICA

Dalle notizie di questi giorni non si possono che trarre alcune conclusioni poco edificanti per il paese e per la maggioranza che lo governa: 1. E' vero quello che sostengono alcuni non si è in presenza di una nuova tangentopoli ma semplicemente in un prolungamento e in una recrudescenza della tangentopoli dei primi anni 90; 2. Non siamo nemmeno nella seconda repubblica come ci volevano fra credere ma ancora nella prima repubblica a giudicare dai metodi che la politica utilizza per garantirsi i propri privilegi; 3. La crisi economica è tutt'altro che terminata e gli imminenti provvedimenti del governo in materia di economia e finanza ne sono una bella testimonianza. La crisi greca è stata come sollevare il coperchio di una pentola che ci avevano detto stava tranquillamente raffreddandosi e che invece si è scoperto essere in piena ebollizione. Dopo gli aiuti alla Grecia ora tutti i paesi europei aderenti all'euro si trovano ad a mettere in campo provvedimenti intesi a ridurre i propri deficit statali chiamando i cittadini ad una serie di sacrifici non indifferenti. In Italia, ma anche negli altri paesi come Grecia e Spagna, la scure si abbatterà sui dipendenti pubblici e sui pensionati, su quelle categorie cioè che fino a pochi mesi fa, a detta del cavaliere di Arcore, avrebbero dovuto avere più fiducia e meno pausa della crisi. Ed ecco ora che con il blocco dei pensionamenti, il rinvio del pagamento delle liquidazioni e il congelamento degli aumenti contrattuali saranno proprio queste categorie a dover sopportare il maggior peso del bilanciamento dei conti pubblici. Il tutto per utilizzare lo slogan propagandistico di non aver aumentato le tasse, un provvedimento che forse sarebbe stato più equo perchè avrebbe permesso di colpire anche i ceti più forti economicamente che invece sono completamente esclusi dai provvedimenti annunciati. Una politica del rigore che sarà difficile accettare quando viene imposta da una classe politica che risulta giorno per giorno sempre più implicata in scandali ed episodi di corruzione senza fine e che si arricchiscono alle nostre spalle,oltretutto senza porsi il problema del popolo che li ha votati.
 Un governo che non contento di vedere i suoi ministri e sottosegretari in traffici con industriali e costruttori, si permette anche per bocca del suo capo di prendere in giro il paese e tutti i cittadini. "I corrotti saranno allontanati" sentenzia Berlusconi, non tenendo conto che il primo a lasciare il proprio incarico dovrebbe essere proprio lui, imputato in un processo nel quale è stato condannato il corrotto, l'avvocato Mils, ma nel quale appunto non si riesce a far sedere sul banco degli imputati il corruttore riconosciuto: Berlusconi appunto. Una presa in giro che prosegue per bocca del più ignorante ministro di questo governo, il leghista Calderoli,che con la sua politica mascherata del nord che vuole far credere di aver preso il posto di una sinistra che è al momento oppure diciamo da anni assente sul territorio,ma invece sono dei razzisti che puntano il dito subito sui deboli,formando i squadroni per far vefere che loro controllano il territorio e la gente,ma in verità fanno come gli altri i cazzi loro,oltretutto  propone una decurtazione del 5% degli stipendi dei parlamentari, una specie di elemosina ( poverini come faranno a vivere con 700 euro in meno)che rappresenta un affronto vero appunto i dipendenti pubblici. Da questi fatti come si può pensare di aver abbandonato la famigerata prima repubblica durante la quale tutto il paese sapeva delle tangenti che imprenditori vari erano costretti a versare ai politici per potere svolgere la loro attività ? Siamo ancora a quei tempi e mani pulite non ha saputo e potuto andare fino in fondo, anzi la tangentopoli dell'anno 2010 è ancora peggiore di quella del 1990: in quegli anni le tangenti andavano a finanziare i partiti, oggi vanno a finanziare le tasche personali dei vari politici. Per ora solo il ministro Scajola ha dovuto sventolare bandiera bianca, il prossimo sarà il capo della protezione civile Guido Bertolaso, al quale poche settimane fa Berlusconi aveva promesso un ministero, oggi travolto dallo scandalo degli appalti del G8, sarà costretto a dimettersi anche se questa resa viene fatta passare come un semplice avvicendamento. La crisi economica quindi è ancora grave, ma più grave ancora è la corruzione dilagante nella politica e soprattutto nella maggioranza di governo, che in queste condizioni difficilmente potrà far digerire provvedimenti come quelli che si appresta a varare per contener il deficit pubblico.
Cari cittadini ci apsetta un autunno molto molto nero quello che scrissi su questo blog in aritroso il 9 ottobre 2008 tanto tempo fa è arivato siamo alle porte,inutile ormai piangersi addosso bisogna affrontare la situazione creando il minor danno possibile,salvaguardando i nostri figli e cercare di trovare soluzioni alternative per far ripartire questa crisi che ci sta affossando.

L'EDUCAZIONE CHE VIENE A MANCARE

Suscita un certo senso di fastidio, di fronte ad alcuni recenti episodi di cronaca che hanno visto come protagonisti gli adolescenti, sentir parlare di una generica «crisi dei valori». "Un ragazzo di 12 anni spappola la milza all'insegnante con un calcio e la manda in ospedale". Bisogna fare molta attenzione quando si parla dei cosiddetti «valori». Alcuni personaggi pubblici, ahi noi, se ne riempiono la bocca, lasciando credere che si tratti di prodotti da scaffale del supermercato, di optional che rendono tutti più forti e più buoni. In realtà essi sono i motivi che ci muovono nella vita, gli unici che possono dare un senso alla nostra esperienza terrena. Ma nella nostra società, tutto sommato adagiata sui privilegi e su un discreto benessere, non esiste una crisi dei valori. Esiste piuttosto un'emergenza educativa. Perché è proprio attraverso l'educazione che i valori vengono trasmessi. È per questo motivo che non ha senso parlare dei secondi senza prima aver fatto riferimento alla prima. I nostri educatori non sembrano più capaci di insegnare nulla. Alcune volte paiono rinunciare in partenza al loro compito, altre non riuscire a comprendere nemmeno il ruolo o la missione che gli è stata affidata. A parte le dovute eccezioni, insomma, genitori, insegnanti, preti, politici, quando non sono completamente assenti - pensiamo solo alla latitanza della figura del padre - arrancano nell'esercizio dei propri doveri educativi e pur mettendoci impegno evidentemente non riescono più a farsi ascoltare dai ragazzi. Ma l'emergenza educativa si acuisce oltremodo quando vede coinvolto il delicato periodo dell'adolescenza: quando la frattura fra le generazioni raggiunge il suo spettacolare zenith. Certo l'adolescenza è sempre stata un momento di travaglio e di transizione. Ci siamo passati anche noi e i nostri padri prima di noi. A differenza del passato, però, oggi c'è tutta una mentalità dominante che sembra avallare certi comportamenti e in un certo senso li incoraggia, anche quando l'adolescenza forzatamente si dilata e si prolunga fino ai trenta o ai quaranta. Il mondo dei media, della moda, la stessa classe politica lanciano messaggi distorti che non incoraggiano ad affrontare la vita, non preparano i giovani alle «fatiche» dell'esistenza, anzi, sovente li spingono all'inazione, al parassitismo, al reclamo permanente dei diritti. Basti pensare al concetto di meritocrazia che pare essersi dissolto, nel mondo del lavoro, ma anche in campo scolastico. Pensiamo anche alla diffusissima filosofia del «life is now», emblema del vuoto che vivono certe generazioni (e purtroppo anche molti adulti) che si lasciano persuadere dalla pubblicità di potere tranquillamente fare a meno di tutto ciò che viene prima e dopo dell'attimo presente. Ma che società potrà mai essere quella che non guarda al passato? Quale avvenire potrà avere chi è convinto di poter fare a meno della tradizione e degli insegnamenti di chi ci ha preceduto?

QUESTO E' QUELLO CHE SCRIVEVA CARLO DUE ANNI FA'E ADESSO?

lunedì 17 novembre 2008


Convegno sulla scuola del PD





Cosa volete che dica sul convegno del PD sulla scuola tenutosi nella sala consigliare! Patetico, anche se definirlo peggio non sarebbe esagerato.

Perché?

Di nuovo una figuraccia, questa volta da vero auting poiché in casa propria, dell'amministrazione, poiché ritengo esagerato coinvolgere la sezione del PD, anche se....

Cosa è successo infatti:

Prima la Massimi (presidente commissione scuola regione Lazio PD), poi la Costa (assessore alle politiche scolastiche PD), hanno letteralmente bacchettato il sindaco nell'aver mal posto la richiesta di reistituzione dell'ITG (istituto tecnico per geometri) e dell'ITA (istituto tecnico agrario) poiché son stati presentati entrambi con la ingenua furbizia in quanto, se la regione avesse escluso uno dei due, ne avrebbe certamente incluso, accettandolo, l'altro; nulla di più sciocco infatti e bene avrebbe fatto invece il sindaco o chi per esso nel produrre una dettagliata richiesta di uno dei due in maniera corretta , relazionando le eventuali scelte, con uno attento studio di fattibilità e credibile realizzazione scannerizzandone il territorio limitrofo.

Tempo perso insomma e occorrerà ricominciare tenendo conto dei suggerimenti prodotti.



Altro aspetto grave secondo noi, lo avere accettato la regione (anche se con deroghe), la parte della riforma Gelmini la dove si taglia ancora indovinate dove? nei cosiddetti plessi scolastici inferiori ai 50 alunni, accorpando questi negli istituti comprensivi.

Immagginate i disagi cui andranno incontro le famiglie, i bambini in particolare dai sei ai 10 anni, andando a scuola lontano kmt dai loro comuni di nascita e residenza? lontani dai loro genitori?

Ancora una volta si tiene conto di far quadrare i bilanci e non della sana ed armonica crescita dei fanciulli, questi sembra siano considerati sempre più oggetti e non soggetti da coloro dovrebbero invece tutelare l'infanzia



E' attraverso una applicazione ragionieristica dei parametri numerici senza tener in alcun conto di quelle che sono le specificità delle scuole della nostra provincia collocate in un territorio connotato da criticità e specificità particolari con l’80% di superficie montana e la restante parte collinare, con una rete stradale di difficile fruibilità specie in zone montane e con una popolazione provinciale distribuita in 73 comuni a bassa densità abitativa(unica nel Lazio.

Dice un comunicato dela CGIL scuola



Ed una Regione che dovrebbe essere progressista e non oscurantista, una regione con una visione moderna ed avanzata amministrata da forze politiche di centrosinistra, si presta, approvandole, simili nefandezze.



Ma dov'è l'opposizione ad un siffatto governo? lasciano passare tutto, senza un minimo di responsabilità, nessuna mobilitazione se non una soft manifestazione annunciata mesi prima.



Sempre più si sente la mancanza di una sinistra che sia capace ribattere colpo su colpo i decreti legge imposti da questo governo.



Noticina:

Anche stasera, al mio accenno ad effettuare una credo, legittima domanda all'assessore Costa, si è levato un mormorio quasi a cercare di coprirla, ci sono riuscito ed ho avuto anche la risposta che è quella poi che ho cercato di descrivere sopra.

Mi chiedo allora:

Se si fa un convegno si presuppone ci siano anche degli interventi, altrimenti perché non farne presso le proprie sezioni di partito? perché non fare dei comizzi?

carlo



a 23.13 Pubblicato da Aprile 0 commenti Link a questo post

mercoledì 12 maggio 2010

MINISTRO E DIRIGENTI SCOLASTICI FARABUTTI

L'entrata in vigore della riforma Gelmini, con l'introduzione del maestro unico e la soppressione delle compresenze ha cominciatoa ad arrecare danni molto gravi alla qualità dell'insegnamento.

Infatti, le compresenze erano una risorsa interna ai plessi che servivano principalmente a coprire le assenze brevi-fino a 5 gg. lavorativi- consentendo allo Stato un notevole risparmio economico.
Ora, come detto, le compresenze non esistono più, ma le assenze brevi continuano a non venire coperte!Il risultato è che le classi in cui il docente è assente vengono sistematicamente divise nelle altre classi del plesso.

Ad esempio, nella scuola , composta da 10 classi, le ore di divisione atuttoggi sono quasi 100

Non è difficile capire che queste ore di insegnamento non verranno mai recuperate. Così si colpisce la scuola al cuore, cioè nel suo compito di trasmissione dei saperi fondamentali.Vorrei sapere se questo sta accadendo anche in altre scuole primarie e quali iniziative di contrasto vengono messe in atto.

Personalmente bisogna fare qualcosa informare le famiglie con l'affissione di un cartellone di fuori alla scuola segnalarlo tramite l'Albo sindacale che sicuramente i dirigenti scolastici faranno rimuovere perchè sono d'accordo con la Ministra,e dei cagasotto dove non prenderanno mai posizioni contrarie.
Adesso stiamo ad un bivio cari signori,è ora di farla finita di puntare il dito sempre sulle persone sbagliate in questo caso gli insegnati,dove andrebbero difesi per il bene dei nostri figli,sentivo pochi mesi fà una mamma che diceva(meno male che il ministro fa i tagli almeno quelle nullafacenti se ne vanno a casa) se questo è il vostro pensiero allora è tutto finito altrimenti rimbocchiamoci le braccia e iniziamo ad difendere il diritto allo studio cari genitori,SVEGLIATEVI NON FATE LE CAROGNE per il bene dei vostri figli.
. TRASFERIMENTO DEI DOCENTI IN SOPRANNUMERO NEI VARI MINISTERI O LICENZIAMENTOParlare di “licenziamento” è una cosa atipica per un docente, specialmente se ha stipulato un contratto di lavoro a “tempo indeterminato” con il Ministero dell'Istruzione.
 A partire da questo anno, nell’arco del triennio successivo, si procederà al “taglio” dei docenti quantificati dal Ministero dell’Istruzione in 42.105 per l’anno 2009/10, in 25.560 per l’anno scolastico 2010/11 e 19.676 nell’anno scolastico 2011/12. Questi docenti che dovrebbero essere “licenziati” o in qualche modo “impiegati in modo diverso”, ammontano complessivamente a ben 87.341.

martedì 11 maggio 2010

CERTO CHE VUOI CHE TI DICA HAI LA FACCIA COME IL C..........

Anche la soluzione europea alla crisi dell'euro, in consequenza del fallimento greco, è opera di Berlusconi. All'indomani dell'accordo che prevede un intervento per 750 milioni di euro con la partecipazione pesante della Bce e quando le borse europee hanno dimostrato di accogliere positivamente le decisioni prese, il cavaliere non ha saputo resistere alla tentazione di sfruttaere questo successo e si è autonominato salvatore dell'europa. Nessuno dei leader europei ha avuto la stessa sua sfrontatezza e nessuno ha fatto dichiarazioni trionfanti al pari delle sue essenzialmente per due motivi: primo motivo che il vero merito della soluzione di questa crisi va ancora una volta ad Obama che ha convinto i tedeschi ad accettare l'intervento, secondo motivo e più serio per tutti i cittadini europei sta nel fatto che ora i governi dovranno intervenire per ridurre il deficit pubblico. La Banca Centrale Europea interverrà pesantemente acquistando obbligazioni pubbliche e private, quelle cioè che sono rimaste e rimarranno invendute a causa della crisi, ma come contropartita chiede che ogni governo prenda provvedimenti seri e drastici per la riduzione del debito pubblico. E qui arriveranno i dolori per tutti. Altro che crisi finita ed alle spalle, gli effetti più seri devono ancora arrivare quando il governo metterà in campo i provvedimenti necessari che saranno sulla scorta di quelli presi dal governo greco. Niente diminuzione delle tasse in primis e probabilmente ulteriori tagli a destra e a manca che, come abbiamo visto recentemente, il governo italiano mette in atto solitamente senza troppa distinzione. Intanto si susseguono voci e annunci sulla ripresa o sulla solidita' dei conti o sulla affidabilità dei nostri titoli dalle varie agenzie. Voci che ad ogni uscita contrastano con quelle precedenti e che sembrano avere il solo scopo di procurare scompiglio e movimenti speculativi in borsa. Movimenti che vanno a discapito dei piccoli risparmiatori che ormai, non ricevendo più nessun interesse dalla banche, preferiscono rischiare ed investire in azioni e obbligazioni affidandosi a speculatori che spesso sono senza scrupoli. In mezzo a questa situazione piuttosto seria, il capo del governo italiano non trova di meglio da fare che incensarsi su meriti che non ha e purtroppo nessuno gli dice in faccia quello che gli andrebbe detto. L'informazione in Italia è veramente a livelli preoccupanti se per esempio ci vuole un film documentario di una comica, Sabina Guzzanti, per capire tutto ciò che davvero è stato fatto all'Aquila. Il cavaliere agisce sulla menzogna e sulla teatralità, come sempre del resto, ed in questo è molto bravo ed efficace grazie anche alla complicità dei mezzi di informazione che non trovano il modo di smascherare ogni sua menzona.

BENE OGGI SI PARLAVA DI TAGLI DELLA SCUOLA IN PIAZZA ED E' SUBITO AFFRONTATO QUESTA E' LA POLITICA A PARI PASSO CON I CITTADINI

Progetto scuola: investimento sul futuro
 Se c’e’ oggi un problema attuale e importante per gli italiani, questo è legato all’avvenire delle nuove generazioni che saranno nei prossimi anni chiamate a costruire l’Italia del futuro.
E un gran posto sarà occupato in questo progetto dalla scuola che è l’istituzione fondamentale di un paese che voglia crescere democraticamente e raggiungere obbiettivi coerenti con la costituzione democratica.
Da questo punto di vista l’Italia dei Valori ritiene centrale nel suo programma di governo il problema dell’istruzione. Nella scuola come nell’ Università e nella ricerca.
E con questi obbiettivi collabora al lavoro che da lungo tempo un sindacato di lavoratori come è l’Unicobas che da tempo si oppone alla politica di tagli e di smantellamento della scuola che conduce il governo Berlusconi su ogni piano.
Il convegno che si èsvolto il 12 maggio prossimo a Roma presso l’Aula Magna dell’IISS” Armando Diaz” in via Taranto 59 ha  partecipato l’on. Antonio Di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori, è stata una tappa importante di un dibattito e di una riflessione che tendono a costruire una seria alternativa di governo all’attuale politica per l’aumento degli investimenti sulla scuola pubblica, la promozione degli alunni stranieri e la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

domenica 9 maggio 2010

I RAPPORTI CON IL PD SLEALI

 Per quanto riguarda i rapporti con il Pd “partito che stenta ad uscire dalla palude”, Di Pietro ha annunciato che in Puglia e in Consiglio regionale ci sarà “una collaborazione determinata e leale” a differenza invece di quanto è accaduto in queste ore a Gela dove al momento della presentazione delle liste per l’elezione del sindaco “il Pd ha deciso di appoggiare ben due candidati, uno espressione dell’Udc e un altro espressione di Mpa, il movimento di Lombardo. Cosa questa che mi amareggia non poco perché non hanno capito che occorre fare sponda precisa e netta tra Pd e Idv. Noi in Puglia siamo il secondo partito della coalizione che ha vinto e sentiamo molto forte il peso di questa responsabilità”. Anche per quanto riguarda i rapporti con l’Udc Di Pietro è stato molto chiaro, ribadendo ancora una volta la preferenza dell’Idv verso un “sistema bipolare e non verso la costruzione del cosiddetto terzo forno”. Insomma l’Udc deve decidere cosa vuole fare. Infine poi l’annuncio delle prossime battaglie politiche che si concretizzeranno con i tre referendum promossi dall’Idv (per i quali si può firmare dal 1 maggio al 20 luglio) sul nucleare, il legittimo impedimento e l’acqua come bene pubblico. Due no e un si che per Di Pietro sono il terreno della prossima sfida politica.

giovedì 6 maggio 2010

IL PRIMO A CHIEDERE LE DIMISSIONI DI CHI NON E' ONESTO

Mentre l'Europa rischia di andare a picco sotto la spinta della crisi greca e di altre crisi in agguato, in Italia la politica fornisce uno spettacolo degno del risultato delle ultime elezioni regionali. Nella tornata di aprile il vero vincitore è stato il partito dell'astensione salito a circa il 35%, il partito quindi di maggioranza relativa. Benchè non condivida questa forma di protesta, se non si utilizza lo strumento del voto come trovo difficile poter cambiare qualcosa in maniera democratica, come dar torto a questa parte del paese alla luce anche di quanto sta accadendo in questi giorni ma anche di quanto accaduto dall'inizio di tangentopoli fino ad oggi. Prima di tangentopoli tutto il paese sapeva della corruzione della politica, tutti sapevano del traffico di buste e bustarelle necessarie per fare affari con la pubblica amministrazione. Si trattava solo di voci di corridoio, di chiacchere da bar, ma quando una chiacchera è così diffusa difficilmente è completamente inventata. Poi all'inizio degli anni 90 la corruzione dei politici arrivò finalmente nelle aule dei tribunali. Si parlò di fine di un'era e addirittura di fine della prima Repubblica, ma oggi si può tranquillamente dire che quella stagione che doveva finalmente porre fine ai traffici illeciti della politica è miseramente terminata. Solo un politico, Bettino Craxi, ha subito una condanna senza poi nemmeno scontare la pena, altri hanno visto terminare la loro carriera politica, altri zitti zitti sono tornati in politica, sono cambiati i nomi dei partiti, ne sono saltati fuori altri, ma quello che non è cambiato è il vizio del politico di sfruttare il suo potere per il proprio tornaconto. Gli innumerevoli privilegi ai quali ha diritto il politico rende la politica non più una passione o una missione ma piuttosto una vera e priopria professione sulla quale conviene investire per sistemarsi a vita. Ma il politico italiano va oltre e non contento di questi innumerevoli privilegi cerca di sfruttare la situazione anche in maniera a volte anche legale ma certamente immorale. Le cronache di questi giorni ne sono una dimostrazione palese ma in questi anni questo processo non ha mai conosciuto soste ed è difficile ormai scovare un politico che non abbia a suo carico almeno un sospetto di comportamenti discutibili. Naturalmente questa riflessione può sembrare una generalizzazione e sicuramente esistono politici che sono immuni da sospetti di qualsiasi natura ma sappiamo benissimo che basta un caso come può essere quello di Scajola per oscurarne cento che si comportano correttamente. E poichè i casi non sono più uno solo ma diverse decine, alla fine l'immagine che la politica italiana fornisce di se è quella di una corruzione diffusa. Così diffusa che si pensa addirittura ad una legge speciale per combattere la corruzione dei politici. Una legge che però fa fatica a vedere la luce anche se a mio parere una simile legge dovrebbe comprendere un solo articolo che potrebbe recitare così "Qualunque cittadino, che ricopra un incarico politico a qualsiasi livello, sia sospettato di corruzione, decade immediatamente dal suo incarico e perde tutti i privilegi maturati". Utopia ... ? Si sicuramente si soprattutto in un paese come il nostro dove un governo come quello attuale dopo due anni ha ancora un consenso pari al 52% dei cittadini. Questo la dice lunga su un popolo che ha nel proprio Dna l'arte dell'arrangiarsi e di in primis risolvere i propri problemi personali non importa ne' come ne' a danno di chi. .

domenica 2 maggio 2010

LA VIGLIACCHERIA DEL SIG GRILLO C'E'

Cosa alberga nella mente di quel Grillo C'é'che arriva a compiere tali insani commenti sul mio conto dandomi delll'ipocrita  grazie alla telefonata che mi ha avvisato di tale gesto,povero ma comunque mi dispiace per te caro Grillo.non sono la persona che tu hai identificato,se ti fa comodo fai pure ma comunque Ipocrita ci sei tu,e non ti permettere ancora di offendermi e proprio vero che la mamma degli imbecilli e aggiungo anche vigliaccho è sempre incinta.
Io credo che tu soffra di una malattia,delle più gravi,del genere umanoide è la vigliaccheria,non dobbiamo pensare che tale malattia la vigliaccheria come il nostro sig GRILLO C'E' non è generata dallo stato di programmazione mentale e condizionamenti vari impostata dai suoi padroni
TROPPO COMODO CARO GRILLO
La verità che essa è intrinseca al genere umano.
Dietro la protezione del branco,che esso sia la banda di quartiere,ma come in questo caso il tuo partito politico,caro GRILLO nascondersi dietro al tuo chiamamolo BRANCO è un'arma a doppio taglio e lo sai perchè il tuo branco caro GRILLO C'E' è fatto da altri vigliacchi come te,pronto in questo caso pronti ad accusarvi l'uno contro l'altro.
Un giorno potrete cercare le risposte che spesso commentate nei blog,e le potrete cercare solo dentro di voi dentro il BRANCO dei Vigliacchi.
Chi è corrotto sa di essere sporco,sa di non avere giustificazioni,non può che dare la colpa a se stesso,quindi per giustificarsi come fai tu caro Grillo si fa scudo della sporcizia difendendola come fai tu,e in quel branco nessuno si può dirsi santo,questo è il sollievo dei vigliacchi.
Ricordati caro GRILLO la vigliaccheria è la madre dell'irresponsabilità
Chissà forse le pecore del branco si sbraneranno tra loro come è di consuetudine e come si è verificato un'anno fà.
Lo sai caro GRILLO quale è la cosa più difficile di tutte?
Quella che sembra la più facile :con gli occhi vedere ciò che davanti agli occhi si trova" giudica tu guardati allo specchio e decidi tu.
E' vero che i vigliacchi,vivono in branco,e chi lascierà morire questa città come Magliano come negli anni passati senza combattere allora cosa è? un eroe o un misero vigliacco?
Fammi il piacere caro GRILLO combattete che è meglio........