martedì 29 gennaio 2008

PIAZZA ALDO MORO ALLA REALIZZAZIONE

Piazza Aldo Moro è in allestimento,in base al progetto illustrato dal Comune agli abitanti della zona,anche se sembrerebbe che anche in questo progetto,ci siano delle difficoltà,per la realizzazione,per delle problematiche innescate da qualche cittadino.
Gli abitanti della zona sono soddisfatti dell'opera dopo tanti anni che si aspettavano il rifacimento della piazza,e auspicano il fine lavori come è stato programmato nell' affidamento da parte della ditta appaltatrice.

domenica 27 gennaio 2008


VOLLEY UNDER 18 PRIMI IN CLASSIFICA

Grazie alla preparazione delle atlete le giovani della under 18 con a capo il suo Mister Montini,raggiungono il primo posto nella classifica.
La preparazione delle atlete è stata determinante al fine di raggiungere il risultato .
Nel percorso abbiamo visto uno dei punti di forza della squadra, Valentina De Angelis,infortunandosi,ma dopo la sconfitta con la squadra con la 4 strade la grinta delle atlete Maglianesi non è mancata al punto di meritarsi insieme al suo allenatore il primo posto in classifica under 18
Va da parte del ilpaesechepearla i complimenti per il risultato raggiunto

sabato 26 gennaio 2008

ANCHE A MAGLIANO VORREI I VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA



I principi fondamentali della Core Rossa Italiana,sono
UMANITA'
IMPARZIALITA'
NEUTRALITA'
INDIPENDENZA
VOLONTARIETA'
UNITA'
UNIVERSALITA
Più di cento anni di storia, più di cento anni di solidarietà, di sacrificio, di abnegazione, più di cento anni al servizio dell'Umanità. Dapprima volta al soccorso dei feriti in guerra, la Croce Rossa è oggi la più importante associazione umanitaria. Per la diversità delle azioni che sviluppa nel campo del soccorso, della salute e della solidarietà testimonia uno spirito all'avanguardia nella lotta a tutte le forme di sofferenza.

La Croce Rossa aiuta e sostiene le persone portatrici di handicap, assiste le persone in fin di vita, spezza le grandi solitudini. Ovunque vi sia sofferenza, soprattutto dove la dignità dell'uomo è ignorata, dove la società non sa più o non può più proporre soluzioni, là dove si manifesta un bisogno, dove non vi è più alcun rifugio, la Croce Rossa porta la sua esperienza acquisita in più di un secolo di tradizione.

Da più di cento anni il suo solo pensiero è l'Uomo.

Fedele all'impegno del suo fondatore Henry Dunant, "placare tutte le sofferenze umane senza distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale o di appartenenza politica" la Croce Rossa estende questo principio in ogni sua azione.

Oggi l'Associazione Italiana della Croce Rossa ha saputo trasmettere questo spirito pionieristico a migliaia di volontari che concretizzano la sua vocazione umanitaria. Ogni anno essi mettono in opera numerosissimi programmi a favore delle persone più vulnerabili, adottando risposte specifiche ad ogni problema particolare.

Poiché la Croce Rossa si è posta l'obiettivo di rimuovere le nuove sfide con le quali la società civile si confronta, si rivolge ai giovani in difficoltà, alle persone senza fissa dimora, agli anziani che la malattia e l'isolamento allontanano del tutto, alle popolazioni vittime in Paesi in situazioni di crisi. In cento anni la Croce Rossa è diventata così generalista e specialista secondo le necessità, portandosi vicino a coloro che il dolore non risparmia, in Italia e nel mondo.

"Siamo venuti per allontanare la sofferenza, la miseria, l'isolamento, vi è in noi la preoccupazione costante di non voltare il viso alla prova, questo desiderio intenso di diffondere il bene e questo slancio di umanità, ragione d'essere della Croce Rossa".
Per chi non lo sa ci sono a Magliano ragazzi che fanno Volontariato presso la Croce Rossa Italiana di Civita Castellana,sostegno ai bambini presso le scuole,e agli anziani,perchè non essere cosi orgogliosi di averlo anche a Magliano?

giovedì 24 gennaio 2008

Fuga dalla scuola dal ricco nord

.
Ne emerge che si abbandona la scuola dove c’è un mercato del lavoro pronto a far spazio a chi vuole occuparsi. Del tutto prevedibile, direte voi, ma resta lo stesso curioso il fatto che c’è più “abbandono scolastico” al Nord che al Sud.
Val Padana operosa contro Meridione colto? Chissà.
«C’è chi molla tutto per salire su un trattore, chi per farsi le ossa nelle cucine di un grande chef, chi per passare otto ore al giorno tra software e computer. Comunque, mollano. Recitano le ultime statistiche che quattro ragazzi su dieci tra i quindici e i diciotto anni abbandonano i banchi delle scuole del Profondo Nord e corrono a cercarsi un impiego. Saltuario, a tempo determinato, part-time. Purché dia loro un po’ di soldi e acceleri il loro ingresso nel mondo della produzione. In barba alla legge sull’obbligo scolastico (portato di recente da quattordici a sedici anni) e a quella sull’obbligo di formazione professionale (fino ai diciotto).
Una volta questa era prerogativa del Sud povero e dimenticato. Ma lì erano la fame e la miseria a spingere molte ragazze verso la fabbrica, il matrimonio o le faccende di casa e molti giovani alla ricerca di un’occupazione purché sia. Negli ultimi anni, invece, la fuga dalla scuola è diventata fenomeno non da poveri, ma da ricchi, da boom e non da stagnazione, da Nord-Est iperproduttivo e non da Mezzogiorno parassitario. Finché poi la malattia si è diffusa, fino a estendersi in tutto il Profondo Nord, Lombardia compresa. Preoccupando non poco Letizia Moratti, imprenditrice e milanese doc, insediatasi al ministero della Pubblica istruzione.
I numeri parlano da soli. A Trento e a Bolzano, a Verona e a Vicenza, ma anche a Reggio Emilia, si iscrivono alle superori tra il 50 e il 75 per cento dei ragazzi in età da liceo: gli altri tutti a lavorare. Per capirci, molti di più che a Roma, Napoli, Avellino, Salerno, Sassari o Siracusa. Città nelle quali, addirittura, si nota negli ultimi tempi una significativa inversione di tendenza. Ma ormai è così anche a Cuneo, Asti, Novara, per non dire della ricca Biella dove trentotto giovani su cento buttano all’aria i libri prima del tempo.
Non ci si aspettava però che anche la Lombardia ricca ed evoluta seguisse l’esempio. Eppure è così: più cresce l’occupazione, più cala il tasso di istruzione. Lecco è tra le prime città d’Italia per numero di occupati, subito prima di Bergamo e Mantova (i senza lavoro sono appena il 2,7 per cento), ma bisogna scorrere un elenco lungo una quaresima per trovare qualche città lombarda nelle più importanti classifiche scolastiche: Milano è all‘ottantesimo posto per iscritti alle superiori, Brescia viene subito dopo e Lecco, Como e Mantova figurano ancora più giù. Gli studenti fuggono. E finiscono come operai o artigiani nell’industria o nel terziario, soprattutto in piccole, flessibilissime imprese con meno di venti dipendenti.
E la scuola dell’obbligo? E i corsi di formazione professionale?
Al ministero della Pubblica Istruzione stanno scoprendo che i ragazzi si iscrivono sì al primo anno delle superiori, ma appena compiuti sedici anni lasciano baracca e burattini. Magari il giorno stesso del loro compleanno.»

TRE TRE GIU' GIU'

Si chiama "Tre tre! Giù giù!". Due squadre di 4 o più giocatori devono saper sopportare il peso dei "nemici" sulle proprie spalle. Una squadra si mette a 90° gradi, ogni giocatore abbraccia con le mani i fianchi dell’amico, piegato anche lui, fino a formare un piccolo "trenino" di persone curve. Ogni membro dell’altra squadre prende la rincorsa e salta sulla schiena degli avversari, fino ad andare più avanti possibile, magari sopra a quello accovacciato più distante, per far spazio agli altri del proprio team, quando anche loro dovranno saltare. Appena anche l’ultimo è sulla schiena degli avversari, si devono pronunciare varie volte certe frasi: "Tre tre! Giù giù! Tre tre! Giù giù! Tre tre! Giù giù!". "Scendiamo! Scendiamo! Scendiamo!". "A terra!A terra! A terra!". "Giù! Giù! Giù!". Se gli avversari resistono con questo peso sulla schiena per tutto il tempo, allora poi toccherà a loro saltare, mentre gli altri si accovacceranno.Era un gioco abbastanza violento, ogni tanto qualcuno – schiacciato dagl peso di 2 o tre giocatori sulla sua schiena – cedeva, e chi stava sotto doveva rimettersi sotto per un’altra volta. Oggi trovare dieci ragazzi riuniti tutti insieme e che conoscano il gioco, è evento raro. Forse è un gioco che sta scomparendo, ma ho ascoperto che ha una storia antica, addirittura europea
Mi ricordo insieme a Sisio,Rorro,Gniacchere,Picchiasecca,Binnolo,Tappo,Smaick,L'ebreo,Fuminu,Rottatore,Pasticcere,Tuta,Orgalone,Sellerone,U Farghettu,Picchiella,Pucciattinu,Turlonia,Er Trullo,ma quanti eravamo e tutti ci ritrovavamo,la sera a giocare ai giardinetti di Magliano a questo bellissimo gioco popolare,che bei tempi,quante risate

domenica 20 gennaio 2008

IL CARNEVALE

IL CARNEVALE A MAGLIANO

Mi ricordo quando tanti anni fà organizzavamo,il Carnevale a Magliano,durante l'arco dell'anno,gli abili maestri di Ronciglione creavano con il loro lavoro maestosi e colorati i personaggi di carta pesta che noi gli consigliavamo,che collocati sui carri sfilavano lungo le vie di Magliano,predisposte per l'avvenimento cosi importante.
I personaggi che si indicavano per le sfilate erano segreti,sino all'apertura del Carnevale,rappresentando parolie e burle dei principali avvenimenti di attualità.
I carri pieni di coriandoli ,Dolciumi,Vino,erano un'attrazione per il pubblico,dove si mangiava e si beveva fino a notte fonda con il contributo anche degli anziani e il loro centro.
I carri a Magliano non era solo sfilata di carri,ma di musica,si ballava in maschera anche dopo le sfilate,presso il cinema Italia,con orchestre di un certo prestigio.
Era una grandissima festa culturale che si è tramandata per tanti anni anni
Era un momento di festa e di trasgressione,di divertimento popolare,attuato in modi e forme diversi,il Carnevale coinvolge tutti grandi e piccoli,in cui tutti diventano protagonisti.
Il grande F.U.N.A.B il pupazzo di carta pesta posizionato in mezzo alla piazza principale,che apriva il Carnevale,rappresentava un vigile,e il nome che gli è stato dedicato aveva il significato delle tre guardie municipali del Paese,Il grande scartoccettu,formidabile rappresentazione,al punto che la persona che è stata raffigurata,quella mattina si è vista in mezzo alla piazza e si mise a ridere anche lui vedendosi raffigurato per l'apertura del Carnevale Maglianese.
Mi ricordo la partecipazione dei giovanissimi,il coinvolgimento,delle scuole ,e le loro famiglie,una grande organizzazione Culturale,come si direbbe oggi un grande progetto di modalità e coinvolgimento delle famiglie e forme di partecipazione,insieme alla scuola.e perchè no potrebbe essere finalizzato anche a corsi di formazione cartografia,per questa bellissima festa
Riflettiamo forse sarà anche questo un modo per iniziare a dar vita al nostro Paese che ne dite.

sabato 19 gennaio 2008

Backstage Professione Reporter pt-3

I GIOVANI MAGLIANESI

Backstage Professione Reporter pt-1

SONO LORO IL NOSTRO FUTURO

I GIOVANI MAGLIANESI

CIAO AMICI MIEI

Ieri dopo aver ricevuto la notizia che Alberto che ci ha lasciato,sono ritornato indietro di 37 anni,quando insieme a lui e a suo padre stavamo insieme giù all'immazzatore come si dice a Magliano.
Lui figlio di un noto Macellaio il Compare Lillo,e Giustina, ed io figlio di Polvere Enio u scortichinu de Magliano detto polvere.
Trascorrevamo come dicevo all'immazzatore giornate intere alla macellazione di maiali e vitelli,eravamo tutta una famiglia,il rispetto reciproco,ma soprattutto una amicizia da invidiare.
Dopo aver insaporito il maiale nella macelleria de u compare ,con molto finocchio servatico,si portava al forno di Assunta in cima al vicolo delle Fanciulle e li stava per due giorni interi a cuocere e io cercavo sempre di rimediare da Giustina un pò di Pottaggio con i fegatelli.
Alberto ,la sorella MariaPia,Lillo,Giustina,abitavano vicino al forno e anche in quella occasione anch'io abitavo in quel vicolo, e ci ritrovavamo sempre insieme andavo sempre con MariaPia ,con la sua macchina aveva una 600 bianca,come quella de u compare Sbicca
Il grande Sganfero,certo che in quei tempi si tribolava come si dice a Magliano, o poretto ce lo sceglievamo,ma avevamo quella forza di non pensarci mai e andare avanti,aiutando le famiglie nel lavoro e deduzione senza mai chiedere perchè tanto non c'era niente da chiedere.
Alberto insieme a me e mio padre si buttava sopra le spalle quei cosci di vitelloni per metterli sul camion e portarli in macelleria,per poi venderli,che ricordi.
Poi la sera quando era ora di cena mio padre,mi mandava,a prendere sempre il vino da Buchetto,e li li ritrovavo alcuni,che giocavano e si bevevano un bicchiere di vino e si confrontavano con toni molto alti che quasi sembrava che litigassero
Tutti quei amici che ricordo ancora oggi, con tanto affetto, non ci sono più come Alvaretto,detto Pelettu,il fratello Dino,Goffredo,Luigione,Alvaro Moriconi, zi Carletto Paolelli,Brenno il vetrinaio,Mario Marciani,Renzo Sbicca;Belardo,Faciolo,Zi Nenni con quelle belle barche,quanti amici, anche se avevano molti anni più di me, li sentivo come secondi genitori sempre apprensivi quando ti vedevano che eri pensieroso.
Sono ricordi che non si dimenticano come non dimenticherò il grande amico SGANFERO