domenica 22 giugno 2008

MANILI DISTRIBUISCI QUESTO DI VOLANTINO

Berlusconi ha varato la prima legge-vergogna della sua nuova avventura governativa. I magistrati avranno minori possibilità di intercettare (e dunque di provare reati). I giornalisti, poi, non avranno alcuna possibilità di pubblicarle, le intercettazioni (e dunque di farle conoscere ai cittadini). Così il problema della legalità è risolto: non sapremo più nulla della truffa di Calciopoli, non sapremo più nulla dei Furbetti del quartierino, non sapremo più nulla di Parmalat e dei reati finanziari, non sapremo più nulla delle future Cliniche degli orrori (inchiesta nata per truffa, reato sotto la soglia dei 10 anni voluta da Berlusconi e dal vero ministro della Giustizia, il suo avvocato Niccolò Ghedini). Non si potrà intercettare neppure per scoprire i rapitori di un bambino (sequestro di persona: pena 8 anni, sotto i 10 anni).

Una legge-vergogna che è anche una legge-vendetta: contro i magistrati che hanno sentito più volte la voce di Berlusconi, che non era intercettato, ma parlava con amici suoi intercettati (Saccà, per esempio). Una legge preventiva: così Berlusconi evita di cadere di nuovo nella rete nelle indagini in futuro. Una legge ad personam, anzi la più clamorosa delle leggi ad personam, perché fatta su misura non di una persona sola, ma dell'intera casta dei politici e degli imprenditori, che potranno continuare a delinquere senza il fastidio di dover poi leggere sui giornali le loro conversazioni.

L'opposizione continua a non esistere, a parte Di Pietro. Da Pd e governo ombra appena l'ombra di un'opposizione. Dopo la legge-bavaglio, dopo la norma salvaberlusconi inserita nel decreto sicurezza (di Silvio), Veltroni ha tetto: "Se continua così, si mette in pericolo il dialogo". Se continua così? Che cos'altro ancora deve aggiungere?

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