lunedì 7 aprile 2008

QUESTA E' LA GLOBALIZZAZIONE DELLA POVERTA'

Il capitalismo globalizzato produce aumento della povertàIl capitalismo della fase della cosiddetta "globalizzazione" sta producendo l'illusione dello sviluppo per i paesi emergenti che stanno aumentando il loro tasso di produzione industriale e nel contempo sta realizzando un arretramento sostanziale del livello di benessere e dei consumi nei paesi occidentali. Nel contempo nei paesi in fase espansiva la ricchezza e il benessere rimane concentrato nelle mani dei nuovi padroni , oppure resta saldamente appannaggio delle imprese estere che delocalizzano nei paesi più poveri, spostando di volta in volta le imprese là dove il costo della manodopera è sempre più basso.Ecco dunque che a fronte di un sistema economico che dilapida beni naturali, che distrugge progressivamente l'ecosistema, che produce povertà e sfruttamento intensivo, si fa sempre più pressante l'esigenza di un nuovo governo dell'economia mondiale, ovvero di una alternativa socialista all'autodistruzione imposta dal capitalismo.Per la Sinistra Arcobaleno gli elementi di sintonia con la piattaforma di politica economica del PD finiscono qui. Ci sono infatti nette divergenze su tutta un'altra serie di questioni, prima delle quali è il riconoscimento della precarietà, verso la quale il PD non fa proposte per il suo superamento, ma soltanto di interventi correttivi quali quello relativo alla determinazione di una soglia reddituale minima mensile (1.000 euro). Ma il problema non è quello di una soglia di reddito minima, ma della discussione del sistema produttivo e contrattuale complessivo. Tale discussione riguarda in primo luogo i lavoratori e le forze sindacali che li rappresentano e dunque l'intervento del PD rischia di ingenerare quanto meno confusione su una questione che richiede una ampio confronto tra governo, sindacati e rappresentanze delle imprese. Altra cosa sarebbe invece se il PD avesse chiesto la revisione del sistema dei cosiddetti ammortizzatori sociali e all'interno di questo della definizione di un "reddito di cittadinanza" di riferimento per quanti sono disoccupati in cerca di prima occupazione e di quanti sono licenziati, sopratutto in età avanzata.Ad ingenerare ulteriori preoccupazioni sono state infine le candidature di Ichino e Calearo,come affermava Loredana De Petris in un incontro a Magliano Sabina che sebbene da versanti diversi sono entrambi favorevoli al superamento del sistema di tutele rappresentato dalla Statuto dei lavoratori. Che lo Statuto vada aggiornato rispetto alla struttura delle imprese odierne non c'è dubbio, altra cosa è invece lo snaturamento della legge 300 attraverso la riproposizione del superamento dell'articolo 18 e con il contestuale avvio di un nuovo modello di contrattazione che metta in soffitta il contratto collettivo nazionale di lavoro. Su questo terreno non ci può essere davvero alcun confronto, ma va anzi rilanciato con forza il tema dell'estensione dello Statuto dei Lavoratori anche alle piccole imprese, che in Italia rappresentano oltre il 90% della struttura produttiva italiana.Il "riformismo" del PD in materia economica non ha dunque alcuna prospettiva di realizzare trasformazioni del sistema, né a livello produttivo, né sul fronte dei diritti. Esistono allo stato dell'arte soltanto labili "speranze" di un abbassamento della pressione fiscale sui redditi da lavoro e sulle pensioni medie e basse. Ma come sappiamo tutto è legato sul fronte fiscale alla tenuta del sistema economico complessivo e vista l'aria di recessione che spira dagli USA, non è attualmente credibile una diminuzione della pressione fiscale, in una fase quantomeno di stagnazione economica, tant'è che rispetto a Veltroni risulta più credibile Tremonti che afferma che la crisi internazionale del sistema globalizzato mette a rischio la politica del PDL, basata principalmente sul calo dell'imposizione fiscale.L'alternativa della Sinistra ArcobalenoEcco dunque la necessità di una alternativa sia nell'economia che nelle politiche sociali e dei diritti. La Sinistra Arcobaleno ha lanciato il suo programma, che nelle linee fondamentali ritengo sia ben costruito. Certo nella fase elettorale non è possibile fare approfondimenti di merito, ma dobbiamo impegnarci sin da ora ad aprire subito dopo il 14 aprile una grande discussione sulla costruzione del programma politico strategico, ovvero, delle coordinate di politica economica che dovranno sostanziare l'iniziativa politica dei prossimi anni. Dobbiamo contestualmente aprire sul fronte politico la fase costituente della Sinistra Arcobaleno. In questo quadro ribadisco che dovrà essere affrontata la "questione socialista". Come detto nella parte introduttiva è oggi necessario riposizionare il socialismo su un fronte di elaborazione e proposta avanzato ed innovativo. la Sinistra Arcobaleno può essere davvero il laboratorio per creare le premesse di quella "rifondazione socialista" che superi la frammentazione esistente, riconducendo ad unità i diversi pezzi della sinistra, in un progetto politico innovativo che può ridare slancio all'idea socialista, sia in Italia che in Europa.

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